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Orchestrating Spaces (primo studio)- TRAM 2021/2022
12 Dicembre 2021
ORCHESTRATING SPACES (primo studio)
La trasformazione performativa di una profonda riflessione sul nostro essere persone in cerca di senso di appartenenza nella storia e nello spazio
La trasformazione performativa di una profonda riflessione sul nostro essere persone in cerca di senso di appartenenza nella storia e nello spazio
Un progetto di Sharon Estacio e Giovanna Rovedo
coproduzione Carovana S.M.I. e Compagnia Atacama
elaborazione sonora AnzwArt
con il sostegno di Company Blu (Art.43) e Dialoghi – Residenze delle Arti Performative a Villa Manin
Orchestrating Spaces è una ricerca di appartenenza nella storia e nello spazio.
Affrontando lo studio dell’identità contemporanea e dei suoi continui adattamenti riferiti a confini geografici e culturali, l’attenzione si sposta sul concetto di abitare e sul ruolo dello spazio, ci si chiede come esso influenza il movimento e viceversa. Il primo luogo da abitare è il corpo, un confine che ci apre a tutti gli altri spazi possibili, dal micro al macro in una stratificazione che arriva alle grandi questioni del mondo in cui viviamo. Il verbo abitare suggerisce abitudine, abito da indossare, suggerisce l’intimità della casa che è il luogo che l’uomo costruiva con le proprie mani per non sentirsi perso.
Affrontando lo studio dell’identità contemporanea e dei suoi continui adattamenti riferiti a confini geografici e culturali, l’attenzione si sposta sul concetto di abitare e sul ruolo dello spazio, ci si chiede come esso influenza il movimento e viceversa. Il primo luogo da abitare è il corpo, un confine che ci apre a tutti gli altri spazi possibili, dal micro al macro in una stratificazione che arriva alle grandi questioni del mondo in cui viviamo. Il verbo abitare suggerisce abitudine, abito da indossare, suggerisce l’intimità della casa che è il luogo che l’uomo costruiva con le proprie mani per non sentirsi perso.