Galleggio, Annego, Galleggio di Anna Pozzali

Galleggio, annego, galleggio emancipa la danza contemporanea italiana da una zona d’ombra.

La Compagnia Atacama riflette sugli avvicendamenti di una vita: le sue manifestazioni incontrano le variegate forme espressive del teatro danza.

Galleggiare sorretti dal vortice di energie sospese che ritornano e scalfiscono. Accompagnati da un continuum di traiettorie, direzioni e mete che culminano nella loro interruzione: un contatto turba la situazione, ne ribalta la realtà e fa sprofondare in una riflessione più intimista e psicologica. È come annegare in un cumulo di risvolti che si rivelano: il suolo calamita i danzatori che lì consumano la loro razionalità attraverso la destrutturazione dei movimenti, la loro segmentazione e frammentazione, rendendoli così analiticamente spolpati. Questa disanima sfuma poi nel riemergere di una spontaneità espressiva incarnata da gestualità mimiche, vocalità sorprendenti e da un gusto più decisamente carnevalesco e circense: questo ritorno è incalzante, eccentrico. E si ritorna a galleggiare.

“Galleggio, annego, galleggio” della Compagnia Atacama porta in scena una dialettica circolare che attraversa episodicamente le componenti di una vita: un tema complesso e ampio che i coreografi Patrizia Cavola e Ivan Truol agiscono nel tentativo di carpirne la materia attraversandone le manifestazioni, senza l’ambizione di tradurne verità.

La Compagnia Atacama lavora cercando di impostare un territorio di ricerca che coinvolge a più dimensioni le dinamiche espressive: il teatro danza si dà quindi la possibilità di scavallare i propri confini, lavorando con danzatori molto differenti tra loro ma tutti dotati di una chiara marcatura espressiva. Valeria Baresi, Anna Basti, Ilaria Bracaglia, Cristina Meloro e Marco Ubaldi possiedono in scena una chiara caratterizzazione che ne definisce il ruolo all’interno dello spettacolo svelando un lavoro di training importante e un procedimento registico che porta il suo peso.
Un lavoro che ci ricorda quanto florido sia il terreno di ricerca coreutico e di quanto sia tenace perché, diciamolo, la danza contemporanea soffre più di altri ambiti artistici la povertà del settore-cultura: ridotta a ramo adiacente il teatro, priva di autonomia e secondaria rispetto alle sua stesse forme tradizionali e accademiche, la danza contemporanea e di ricerca rimane ignorata ai più; eppure resiste lavorando con costanza nel sottosuolo cercando di dare fondamento a un futuro che possa darle la meritata emancipazione.

La Compagnia Atacama al Teatro Vascello ci permette di essere entusiasti: che le Istituzioni comincino ad accorgersi che forse il Balletto Romantico sia pronto a lasciare il passo a una danza davvero figlia del suo tempo, densa, materica e vivissimamente critica?

Anna Pozzali

Teatro / Visti da noi

Leave Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.