Una sequenza di tre momenti, tre movimenti dove la stasi coincide con il pensiero meditativo, il divincolarsi sfrenato con la gioia dell’esistenza. Tutto all’interno di un’immaginaria piscina delimitata da luci cangianti: cerchio perfetto che rimanda alla vita, al perenne fluire di stati d’animo e gesti. In questo spazio si incontrano e scontrano cinque strani ragazzi (Valeria Baresi, Anna Basti, Ilaria Bracaglia, Cristina Meloro, Marco Ubaldi), ognuno alle prese coi suoi difetti e le sue debolezze, archetipi umani che si spaventano e si meravigliano.
Lo spettacolo ci rappresenta così la poesia della vita nella sua forma più fisica fatta di slanci e cadute, repentini cambiamenti e contraddizioni insanabili.
Una scommessa quella di Patrizia Cavola e Ivan Truol – ideatori, coreografi e registi – che al debutto del 27 marzo al teatro Vascello può dunque ritenersi vinta, essendo riusciti nella non facile impresa di portare alla superficie una marea di sentimenti che senza saperlo portiamo spesso sommersi.
Recensendum
Cinema & Teatro: Il Verbo di Swimmy