Istruzioni per Rendersi Infelici di Gianpaolo Marcucci

Nella cornice di quello che all’oggi rimane essere forse il più importante dei teatri di ricerca di Roma, i giorni 28,29 e 30 aprile, la compagnia Atacama, diretta da Patrizia Cavola e Ivàn Truol, ha portato in scena la sua produzione “Istruzioni per rendersi infelici”, già vincitrice del premio teatro città di Aversa 2007.

Lo spettacolo vede protagoniste quattro figure meccanicamente quotidiane che disegnano con la loro presenza, un mondo all’interno del quale le proprie proiezioni, si palesano nel vuoto, costruendo come una complessa scenografia. Un mondo dove plasmare equivale sempre ad essere plasmati, dove toccarsi desta sgomento. Ogni pretesto è buono per complicarsi la vita, per rompere la noia della semplicità. È il dramma dell’inevitabile relazione con l’altro. Sospetto, sfiducia, rifiuto sono parole che potrebbero essere incise sul fondale; ma non ci sono, non c’è parola a meno che non sia vuota, sterile, stilizzata, simbolica, insomma a meno che la fittizia necessità di incomunicabilità di quelle figure, non venga soddisfatta.

La sensuale asetticità dei costumi, si fonde alla surreale immagine di un’interiorità senza tempo. Lo scandire dei passi è già danza e prefigura una ricerca di movimento che talvolta è puramente coreutico e talvolta è azione drammatica. I linguaggi sono molteplici, e tutti intrisi di una sorniona ironia che quasi esorcizza la spaventosa quanto umana realtà. E’ tutto vero ciò che si può vedere, anche se a mostrarcelo non sono uomini, ma abili ombre.

Gianpaolo Marcucci

CorrierediRoma.it

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