Un pò Charlot, un pò Keaton, un pò Clodette Colbert, un pò sposa volante di Chagall, gli uomini e le donne, personaggi di Istruzioni per rendersi infelici armeggiano con le proprie vite su un palcoscenico vuoto, nero, rumoroso come il mondo.
Vestiti a strisce nere e gialle, come quei manichini snodabili che simulano la reazione del corpo umano e che sono utilizzate per le prove tecniche di sicurezza delle auto, i quattro ballerini di Atacama … hanno volti umani, troppo umani. Ordinano e obbediscono, si accoppiano e si combattono, interagendo meccanicamente, e dunque con effetto comico, mostrando come nella quotidianità di gesti ed emozioni si possa essere fermamente decisi a voler essere infelici …
Dal punto di vista coreografico il salto acrobatico è normalizzato e inserito nel gesto della vita quotidiana. L’effetto più originale interessante nel suscitare riflessioni sul vivere umano è l’inserimento reciproco dei corpi alla ricerca del piacere irraggiungibile in un tetris fluido, rapido, indolore e senza dubbio efficacemente infelice … Simili … a Keaton, i protagonisti di Istruzioni non combattono un brutto mondo ma lottano miseramente con le ombre esplose sul palcoscenico, metafore della loro mente.
Veronica Flora
Cinema Avvenire.it