In un palco senza scenografia, nel buio di una simbolica notte s’intravedono corpi estenuati dalla stanchezza probabilmente su un immaginario gommone alla deriva. L’intreccio di anime speranzose di giungere in un luogo di presunta salvezza. Quasi un rito propiziatorio quello che coinvolge i disperati clandestini, un rito arcaico terribile, non privo di morti, di dolorosi sacrifici in visioni di apocalittica sventura verso una terra promessa, che imporrà inevitabilmente nuovi sfruttamenti, nuovi tribalismi, nuove vessazioni.
Uno spettacolo come “Migranti” della Compagnia Atacama propone interessanti spunti per la riflessione, e non già perché dichiari sin dal titolo l’ingaggio di un tema sociale.
Migranti è la nuova produzione della Compagnia Atacama, attiva da molti anni in ambito nazionale ed internazionale. Quest’anno, dal 23 al 25 giugno, sul palco del Teatro Tor Bella Monaca, i coreografi Patrizia Cavola ed Ivan Truol, hanno scelto di affrontare una tematica attuale e più che mai in discussione negli ultimi tempi: la migrazione e tutte le tematiche sociali che da essa derivano.
Addentrarsi nel fitto di un bosco attraverso un sentiero, che vorticoso fra le fronde conduce allo smarrirsi. Essere soli, di fronte all’oscurità di quella vegetazione fitta, forse indifesi, muniti di una grande arma a doppio taglio: la curiosità. Sentirsi sospesi ed inseguiti da qualcosa che si cela nell’ombra, che segue famelico qualsiasi odore lasciato come traccia, essere in balia di un pericolo imminente.
Io, Lei, Me: un viaggio alla scoperta del sè per la compagnia ATACAMA di Patrizia Cavola.
Spettacolo andato in scena il 23 settembre presso il Teatro Florian Espace di Pescara all’interno del Festival CORPOGRAFIE 2016.
Un lavoro sulla ricerca interiore, un viaggio negli stereotipi femminili dentro i quali ritrovare se stessi nel e con il proprio corpo.