Sine Tactu
Produzione 2021
Ideazione, Coreografia, Regia, Luci : Patrizia Cavola – Ivan Truol
Con : Nicholas Baffoni, Valeria Loprieno, Cristina Meloro, Camilla Perugini, Marco Cappa Spina
Musiche Originali : Epsilon Indi
Costumi : Milena Corasaniti
Videocreazione : Sergio De Vito
Organizzazione : Elisa Chianella
Amministrazione : Letizia Coppotelli
Management e Distribuzione : Theatron 2.0
Produzione : Atacama
Con il contributo di : MIC Ministero della Cultura Regione Lazio
Residenza: La Scatola Dell’Arte
Il progetto coreografico Sine Tactu rappresenta il terzo passo parte del trittico ispirato all’universo di Alejandro Jodorowski che come primo step aveva dato vita allo spettacolo Galleggio, Annego, Galleggio, quindi a La Danza della Realtà, per trovare compimento in questo nuovo progetto di creazione.
Tema centrale la complessità del vivere contemporaneo e la natura antica, ancestrale dell’uomo che permane anche nella contemporaneità.
In particolare Sine Tactu vuole indagare sull’impatto che gli accadimenti unici e inaspettati del tempo presente che stiamo vivendo, hanno e avranno sulla stessa natura umana. Su come plasmeranno il nostro modo di essere nel mondo, di entrare o non entrare in relazione con gli altri esseri umani. Guardare all’uomo nella contemporaneità non può prescindere dalla nuova situazione di emergenza pandemica che ha introdotto in tutti noi un’incertezza e uno smarrimento legato alla sensazione di perdita di controllo sulle nostre vite e sulla nostra possibilità di pianificare, progettare, costruire. All’improvviso il modello esistenziale che percorrevamo sembra non essere più adatto a garantire la nostra sopravvivenza.
Le nuove regole che ci portano al distanziamento, all’isolamento, all’evitare i contatti, l’impossibilità e il pericolo del “toccare” in che modo trasformeranno noi e il nostro sentire? Sarà per sempre o temporaneo? Che ricaduta ha e avrà tutto questo sulla creazione artistica e sulla pratica del danzare? La danza è corpo, contatto, è relazione profonda, intima, fiducia.
Come si esprime il corpo in un habitat di pericolo, diffidenza, separazione? E sopratutto che spazio occupa il corpo in un mondo che sposta sempre più il piano di azione in un “oltremondo” leggero, veloce, immateriale, una copia
digitale del mondo? (The Game Alessandro Baricco).
Galleria
Produzione 2021
ATACAMA